L’OSTEOPOROSI
CHI E’ A RISCHIO
COME PREVENIRE
COME VIENE DIAGNOSTICATA?
L’OSTEOPOROSI
Le ossa ci sostengono, ci permettono di muoverci, proteggono i nostri organi. Sono insieme rigide ed elastiche, tanto da resistere alle normali pressioni, urti, torsioni a cui le sottopone il nostro vivere quotidiano. L’osteoporosi invece rende le ossa sottili e fragili, provoca fratture, che causano dolore e rendono difficile la vita quotidiana. L’osteoporosi è detta “la malattia silenziosa” perché non dà sintomi: spesso ci si accorge di soffrirne solo dopo una frattura e qualche volta nemmeno in quel caso. Dopo la prima frattura diventa poi ancora più probabile subirne una nuova e dopo la frattura dell’anca un quarto delle persone muoiono o non sono più in grado di camminare. L’osteoporosi inoltre è estremamente diffusa: si stima che ogni tre secondi avvenga nel mondo una frattura ossea da fragilità e si calcola che, dopo i 50 anni, una donna su tre e un uomo su cinque sia destinato a subire una frattura da fragilità. Fortunatamente esistono oggi medicinali capaci di arrestare l’avanzamento della malattia e, cosa ancor più importante, abbiamo capito che mantenere una vita sana e un’alimentazione appropriata nel corso della vita ritarda l’insorgere dell’osteoporosi e ne rallenta l’avanzamento.
CHE COS’E’ OSTEOPOROSI
La parola ‘osteoporosi’ è formata dal termine ‘osteo’, che significa ‘osso’, e dal termine ‘porosi’ per indicare l’aumentata porosità del tessuto, che lo rende più sottile e fragile, e quindi più soggetto a fratturarsi anche senza trauma. La perdita di osso avviene progressivamente, senza dare segnali fino al verificarsi della frattura. Che cosa causa l’osteoporosi? L’osso non è un tessuto statico, costituito una volta per sempre, ma segue un processo di continuo riassorbimento e riformazione della materia, processo che si chiama turnover osseo. Il turnover serve a rimpiazzare il tessuto invecchiato o deteriorato con altro tessuto nuovo e integro: è così, per esempio che si riparano le microfratture che ci procuriamo durante la normale vita quotidiana con urti minori. Ciò è compiuto ad opera di due tipi di cellule, quelle responsabili del riassorbimento osseo, che si chiamano osteoclasti, e quelle deputate alla riformazione, che si chiamano ostoblasti. Dal momento della nascita, e ancora prima nella fase fetale, fino a tutta l’infanzia e l’adolescenza le nostre ossa crescono di dimensioni e robustezza: in questa fase l’azione della formazione ossea è superiore all’attività di riassorbimento. Ciò avviene fino al raggiungimento del picco di massa ossea, intorno ai 20 anni, il momento in cui le nostre ossa raggiungono la loro massima dimensione e forza. A partire da questo momento, per una ventina di anni, la quantità di osso formato dagli osteoblasti si equivale a quella riassorbita dagli osteoclasti. Con il progredire dell’età invece il rapporto si modifica e la quantità di osso riassorbito inizia a supera la quantità di osso prodotto. Nelle persone affette da osteoporosi questo divario è grande e le ossa diventano sottili, fragili e porose. In media una donna su tre e un uomo su cinque sono a rischio di subire una frattura per osteoporosi nel corso della vita e in tutto il mondo si verifica una frattura da osteoporosi ogni tre secondi. Le fratture più comuni si verificano alle vertebre, al polso all’anca e al femore. Le fratture vertebrali spesso non sono riconosciute: quando le vertebre si rompono collassano, derminando mal di schiena e perdita di altezza, mentre le fratture all’anca e al femore richiedono spesso interventi chirurgici e portano spesso alla perdita dell’indipendenza e talora alla morte.
CHI E’ A RISCHIO
L’osteoporosi avanza gradualmente e senza sintomi, per questo è detta la ‘malattia lineziosa’. Molto spesso chi ne soffre non se ne accorge fino a che non subisce la prima frattura. Talora però nemmeno in questo caso ci si accorge della malattia, o perché si ritiene una frattura la conseguenza naturale di urto o di una caduta, o perché se le fratture avvengono alle vertebre, queste talora non sono neppure diagnosticate e il dolore che esse provocano viene confuso con un normale mal di schiena. Un segno di fratture vertebrali è la perdita di altezza o l’incurvarsi della colonna vertebrale. In ogni caso, anche in mancanza di sintomi e segni esteriori che segnalino la malattia, con l’avanzare dell’età e in presenza di fattori di rischio è opportuno eseguire dei test diagnostici. Quali sono i fattori di rischio per lʼosteoporosi? Un fattore di rischio è una condizione che aumenta la possibilità di contrarre una determinata malattia, ma non significa che sicuramente ci si ammalerà. Però, più fattori di rischio si hanno, più il rischio è elevato. I fattori di rischio per l’osteoporosi possono essere modificabili o non modificabili. Sono modificabili tutti quei fattori che dipendono dalle nostre scelte e abitudini di vita, mentre non lo sono quelli che dipendono dal patrimonio genetico, dall’età o da malattie concomitanti.
Vediamoli nel dettaglio:
Fattori di rischio modificabili:
Fattori di rischio non modificabili
Sui fattori di rischio non modificabili non si può intervenire, ma occorre esserne consapevoli per adottare contromisure capaci di ridurre la perdita di massa ossea Conoscere i propri fattori di rischio Per conoscere i propri fattori di rischio, si può fare il test rapido One Minute Test Risk
I fattori genetici hanno un ruolo significativo nel determinare se un individuo è a rischio di osteoporosi, però lo stile di vita e il regime alimentare hanno una grande influenza nel determinare la corretta crescita delle ossa e nel mantenerne la salute nel corso della vita. A partire dai 30 anni di età l’indebolimento delle ossa è un processo naturale, che non può essere completamente arrestato, ma più robuste saranno le ossa in partenza, più sarà difficile che diventino talmente fragili da fratturarsi. Soprattutto le giovani donne devono prendere consapevolezza del rischio costituito dall’osteoporosi e adottare le precauzioni necessarie a rallentarne il percorso. Infanzia e adolescenza Non è mai troppo presto per investire nella salute delle ossa, infatti la prevenzione dell’osteoporosi inizia da una crescita e da uno sviluppo ottimali dello scheletro nell’infanzia e nell’adolescenza. Le ossa sono un tessuto vivo, in continua crescita dalla nascita fino al termine dell’adolescenza, e raggiungono il picco di massa ossea (la massima potenza e dimensione) nella prima età adulta, intorno alla metà dei vent’anni. Raccomandazioni per bambini e adolescenti: • Assicurare una dieta equilibrata, con un corretto apporto di calcio • Evitare carenze proteiche e malnutrizione • Mantenere un adeguato livello di vitamina D • Praticare sport regolarmente • Evitare il fumo passivo Si ritiene che un aumento del 10% del picco di massa ossea nei bambini riduce del 50% il rischio di fratture da osteoporosi nella vita adulta. Adulti Il picco di massa ossea raggiunto in giovinezza ha un grande peso nel determinare il rischio di frattura da osteoporosi in età matura. Maggiore è il picco di massa ossea, minore sarà il rischio di osteoporosi. Una volta che il picco è stato raggiunto, viene mantenuto attraverso il turnover osseo, un processo continuo di riassorbimento dell’osso vecchio e riformazione di nuovo osso. Questo processo è responsabile del mantenimento della salute dell’osso nel corso della vita.Durante l’infanzia e l’adolescenza la formazione di osso prevale sul riassorbimento. Nel corso della vita adulta invece il riassorbimento di osso prevale sulla sua formazione, il che si traduce in una perdita di massa ossea, ossia in una riduzione di robustezza delle ossa. Ogni fattore che causa un ulteriore sbilanciamento verso il riassorbimento produce un’accelerazione della perdita di massa ossea e causa un aumento della fragilità ossea. Le indicazioni relative all’alimentazione e allo stile di vita per costruire ossa forti in gioventù sono applicabili anche agli adulti. Raccomandazioni per gli adulti: • Assicurare una dieta equilibrata, con un corretto apporto di calcio • Evitare la malnutrizione, in particolare diete che portano a perdita rapida di peso e disordine alimentare • Mantenere un adeguato livello di vitamina D • Praticare sport regolarmente • Evitare il fumo e il fumo passivo • Evitare il consumo di alcolici
Uomini e donne sopra i 60 anni sono a più alto rischio di osteoporosi rispetto ai giovani, anche se è possibile avere osteopenia (riduzione di massa ossea) o osteoporosi anche in età più giovanile. Poiché l’osteoporosi non dà sintomi, è importante che, in presenza di fattori di rischio, ci si consulti con il proprio medico. Il medico prenderà in esame le informazioni sulla storia della salute vostra e della vostra famiglia (anamnesi), e potrebbe prescrivere un test della densità minerale ossea (BMD). Adottando uno stile di vita e un’alimentazione appropriata e seguendo le raccomandazioni farmacologiche del proprio medico, qualora prescritte, le fratture da osteoporosi possono essere evitate.
Che cos’è il test di densità minerale ossea (BMD)?
Le tradizionali radiografie possono evidenziare le fratture vertebrali, ma non sono in grado di misurare la reale densità dell’osso, che deve essere valutata tramite tecniche più specifiche. Esistono molti metodi per misurare la densità dell’osso, ma il più comune è il DXA (dual-energy X-ray absorptiometry). La tecnica DXA si basa su raggi X a bassa radiazione, capaci di rilevare anche percentuali di perdita ossea piuttosto piccole. Si usa per misurare la densità ossea vertebrale e dell’anca.
Cosa significa il risultato del mio test?
Per classificare i diversi gradi di osteoporosi l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha definito precisi livelli di soglia. Il valore di riferimento (detto T-score) è la densità media ossea della popolazione di giovani adulti. Si parla di osteoporosi quando la BMD di una persona presenta un livello uguale o inferiore a -2,5 rispetto al valore di riferimento T- score. Si parla invece di osteopenia quando il livello è tra -1 e -2,5 rispetto al T-score
CONDIZIONE IN RELAZIONE AL RISULTATO BMD
Normalità T-score tra 0 e -1 Osteopenia T-score tra -1 e -2.5 Osteoporosi T-score di -2.5 o inferiore Osteoporosi severa T-score di -2.5 o inferiore e presenza di frattura da fragilità
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