Firenze, 20 settembre 1916
La rivista “Musculoskeletal Disorders”, una delle maggiori testate scientifiche internazionali, ha appena pubblicato nel numero di settembre i risultati di una nuova ricerca condotta da F.I.R.M.O.: la campagna di screening dell’osteoporosi BoneTour.
In un articolo dal titolo Prevalence of osteoporosis in the Italian population and main risk factors: results of Bone Tour Campaign (Prevalenza dell’osteoporosi e dei principali fattori di rischio nella popolazione Italiana: risultati del BoneTour) saranno presentati i risultati della campagna Bonetour, diretta dalla professoressa Maria Luisa Brandi, e condotta nel corso del 2011 e 2012 da un pool di studiosi composto da Loredana Cavalli, Caterina Fossi, Francesca Giusti, Andrea Guazzini, Alessia Metozzi, Simone Parri e Prisco Piscitelli.
La ricerca si è svolta in 20 diverse città di 16 regioni italiane ed è stata condotta per conoscere meglio la situazione della demineralizzazione ossea e dei principali fattori di rischio di osteoporosi nella fascia pre-senile della popolazione italiana. Nello studio sono stati coinvolti oltre settemila soggetti, uomini e donne, tutti reclutati “in piazza”: si tratta quindi di uno screening condotto su individui sani, che restituisce una fotografia della situazione generale della popolazione. Su ogni soggetto è stato condotto un esame non invasivo, l’ultrasonografia quantitativa (QUS) del calcagno, che consente di misurare alcuni indici relativi alla salute dell’osso, e a ciscuno è stato somministrato un questionario, lo IOF One minute risk test, che permette di individuare la presenza di fattori di rischio per l’osteoporosi (https://www.iofbonehealth.org/sites/default/files/PDFs/2012-IOF_risk_test-englishWEB.pdf). Dall’idagine è emerso che oltre il 18% dei soggetti esaminati, rappresentativi della popolazione generale italiana di età media 58 anni, è osteoporotico, mentre oltre il 42% è osteopenico.
I risultati del questionario inoltre hanno messo in luce che, oltre ai fattori di rischio che sono presenti nell’algoritmo FRAX (http://www.shef.ac.uk/FRAX/tool.aspx?country=11), ossia genere femminile, familiarità all’osteoporosi, precedenti fratture ossee da fragilità, abitudine al fumo o all’uso eccessivo di bevande alcoliche, presenza di artrite reumatoide o di osteoporosi secondaria, uso prolungato di cortisone, e misura della densità minerale ossea femorale, esistono anche altri fattori che risultano importanti nel determinare la qualità ossea misurata con la QUS. In particolare, la menopausa in età precoce, la scarsa esposizione alla luce solare, una dieta povera di calcio, la scarsa attività fisica, la quantità di sigarette fumate e alcune delle condizioni che possono causare osteoporosi secondaria, come la malattia di Crohn, la rettocolite ulcerosa, la celiachia e l’asportazione delle ovaie prima dei 50 anni. Tutti questi fattori risultano correlati con un aumentato rischio di frattura.
I risultati della campagna BoneTour indicano chiaramente l’importanza di incentivare la diagnosi precoce e l’accesso al trattamento dell’osteoporosi, anche utilizzando misure preventive suggerite dai fattori di rischio addizionali non ancora presenti nell’algoritmo FRAX.