Un nuovo report mostra che gli uomini non sono adeguatamente diagnosticati o trattati per l’osteoporosi e quanti subiscono una frattura dell’anca hanno una probabilità di morire doppia rispetto alle donne
Nyon, Svizzera (9 ottobre 2014) – Nuovi allarmanti dati pubblicati oggi dalla International Osteoporosis Foundation (IOF), mostrano che un terzo di tutte le fratture dell’anca in tutto il mondo si verificano negli uomini, con tassi di mortalità che arrivano al 37% nel primo anno dopo la frattura. Questo fa sì che gli uomini abbiano una probabilità di morte doppia rispetto alle donne dopo una frattura dell’anca. Gli esperti nel campo dell’osteoporosi avvertono che poiché spesso negli uomini questa malattia non viene diagnosticata né trattata, sono milioni coloro che vengono lasciati a rischio di morte precoce e disabilità, indipendentemente dal tipo di frattura.
Il rapporto intitolato L’osteoporosi maschile: perché le cose devono cambiare esce in vista della Giornata Mondiale dell’Osteoporosi il 20 ottobre, e mette in evidenza come per gli uomini la possibilità di vivere una vita in autonomia e senza dolore nell’età avanzata è seriamente compromessa. Se continuerà l’inerzia che oggi purtroppo si registra, milioni di uomini sono destinati a diventare dipendenti da cure a lungo termine e i sistemi sanitari e assistenziali verranno messi a dura prova.
L’osteoporosi, spesso erroneamente considerata una malattia da donne, con le fratture che comporta, colpisce un uomo su cinque di età superiore ai 50 anni. Tuttavia questo numero è destinato drammaticamente ad aumentare poiché gli uomini di tutto il mondo stanno invecchiando rapidamente. Nel periodo 1950-2050 ci sarà un aumento di 10 volte del numero di uomini di età compresa tra 60 anni o più – i quali passeranno da 90 a 900 milioni – la popolazione di età più a rischio di osteoporosi.
Quando si parla di morte e di disabilità causata da osteoporosi gli uomini sono il ‘sesso debole’ poiché la salute delle loro ossa viene semplicemente ignorata dai sistemi sanitari. Uno studio condotto dagli Stati Uniti ha dimostrato che gli uomini hanno il 50% in meno di probabilità di ricevere un trattamento rispetto alle donne. Mentre i governi e i sistemi sanitari si concentrano su malattie come il cancro e le malattie cardiache, il ‘killer silenzioso’ non viene riconosciuto come una minaccia e colpisce un numero di vittime sempre crescente.
Il professor John A. Kanis, presidente della IOF ha dichiarato: “Si stima che il rischio di subire una frattura osteoporotica negli uomini di età superiore ai 50 anni è fino al 27%, superiore a quello di sviluppare il cancro alla prostata. Tuttavia nella salute delle ossa, dei muscoli e nelle malattie articolari viene investita una quantità insufficiente di risorse sanitarie. Abbiamo disponibili soluzioni con un provato rapporto di costo/efficacia, come i Fracture Liasons Services che possono aiutare a identificare i soggetti a rischio ed evitare la crescita esponenziale delle fratture. La gente non dovrebbe dover convivere con il dolore e le sofferenze causate dall’osteoporosi, visto che possiamo prevenire e controllare la malattia “.
L’osteoporosi è una malattia che colpisce le ossa, causando il loro indebolimento e rendendole fragili e più soggette a fratture. Tutti i tipi di frattura, come della colonna vertebrale e dell’anca, registrano tassi di mortalità più elevati negli uomini rispetto alle donne. Se gli operatori sanitari identificassero gli uomini osteoporotici dopo la loro prima frattura, questo ridurrebbe drasticamente il rischio di fratture future e di morte precoce. Eppure meno del 20% di questi uomini sono valutati e trattati.
L’autore principale del rapporto, il professor Peter Ebeling (membro del Consiglio IOF e Primario di Medicina alla Monash University di Victoria, Australia) ha detto: “Nell’Unione europea, le proiezioni indicano che entro il 2025 il numero totale di fratture negli uomini aumenterà del 34 %, a quasi 1,6 milioni di casi all’anno. Negli Stati Uniti si prevede che il numero di fratture dell’anca tra gli uomini aumenterà del 51,8% rispetto all’anno 2010-2030, e al contrario si prevede che il numero delle donne diminuirà del 3,5%. Sta per scoppiare una battaglia tra la quantità e la qualità della vita. Dobbiamo agire ora per garantire agli uomini non solo di vivere più a lungo, ma anche di avere un futuro libero dal dolore e dalla sofferenza causata dalle fratture osteoporotiche “.