Firenze, 19 ottobre 2016
Si celebra domani la Giornata Mondiale dell’Osteoporosi che, come ogni anno, il 20 ottobre accende i riflettori sul problema globale dell’osteoporosi. Il tema che quest’anno IOF e F.I.R.M.O. pongono all’attenzione generale è una forte chiamata all’azione rivolta ai Sistemi Sanitari, al mondo delle Istituzioni e ai comuni cittadini perché impegnino ogni loro sforzo per ridurre significativamente l’incidenza di questa malattia.
Si chiamano “malattie orfane” quelle patologie rare per le quali un trattamento di cura non è ancora stato individuato oppure, se anche esiste, non è messo in produzione a causa dell’estrema scarsità dell’uso, dovuta alla rarità delle patologie.
“Invece la situazione in cui si trova l’osteoporosi è un assoluto nonsenso.” Ci dice la professoressa Maria Luisa Brandi, Presidente della Fondazione F.I.R.M.O. e docente di Endocrinologia presso l’Università di Firenze. “Questa malattia è tutt’altro che rara: milioni di persone ne soffrono in tutto il mondo e il suo tasso di incidenza va crescendo di anno in anno, a causa dell’aumentare dell’età media della popolazione mondiale. I farmaci esistono, sono ben noti e testati, eppure non vengono prescritti, cosicché l’osteoporosi si sta assurdamente trasformando in una malattia orfana.”
Perché avviene tutto ciò? In primo luogo perché l’osteoporosi, che spesso si presenta con una frattura minore, che potrebbe costituire un campanello d’allarme, non viene invece riconosciuta e diagnosticata fino a quando non si verifica una frattura grave. In secondo luogo perché molti pazienti, anche quando è loro prescritto un trattamento non lo seguono, poiché i risultati non sono immediati, e perché è ancora troppo diffusa la credenza, tanto errata quanto difficile da sfatare, che l’osteoporosi sia un esito inevitabile dell’invecchiamento.
La conseguenza è che, se non si prenderanno provvedimenti decisi e immediati, ben presto le spese sanitarie per l’assistenza di coloro che non sono più autosufficienti a causa dell’osteoporosi esploderanno, diventando insostenibili per i Sistemi Sanitari.
C’è qualcosa che possiamo fare per rimediare a questa situazione? La professoressa Brandi apre uno spiraglio di speranza: “Per fortuna abbiamo molte armi a disposizione. Ma occorre un intervento complessivo, che affronti il problema a 360 gradi. In primo luogo, da parte delle Istituzioni è opportuno promuovere i Fracture Liaison Services, un vero e proprio sistema di ‘intercettazione’ delle prime fratture che, se applicato capillarmente, è in grado di ridurre significativamente l’incidenza delle seconde fratture. Occorre però anche mettere in atto una politica di prevenzione di ampio respiro, che educhi i cittadini a diventare consapevoli dei propri fattori di rischio a prendersi cura del proprio scheletro adottando stili di vita corretta nel corso della vita.”
Sono questi i temi che animano la Giornata Mondiale dell’Osteoporosi di quest’anno che, con lo slogan “Ama le tue Ossa Proteggi il tuo Futuro” invita ciascuno a fare la propria parte perché tutti possano scongiurare il rischio dell’osteoporosi e assicurarsi anche nella tarda età una vita autosufficiente e libera dalla sofferenza.